venerdì 2 gennaio 2015

la ragazza del ritratto














Era un pomeriggio caldo e afoso di luglio. Luana era da sola in casa e si stava rilassando dopo aver ricevuto un clienti. Il marito era in ufficio.
Alcune mattine, Luana, quando sentiva suonare il campanello, premeva il pulsante dell'apriporta senza sganciare il citofono, apriva la porta e aspettava la persona a cui aveva dato l'appuntamento.
Quel mestiere lo faceva da diversi anni e le piaceva proprio, ma da quando si era sposata, aveva promesso al marito che avrebbe smesso di lavorare e che si sarebbe dedicata completamente a lui e alla vita domestica. Aveva conosciuto quell'uomo distinto in casa di una amica, durante una cena. Lui, vedovo senza figli, era un po' all'antica. Aveva voluto sposarla dopo poco, offrendole una vita agiata in un grande appartamento posto in un'elegante quartiere della città.
Mentre finiva di mangiare con gusto un pezzettino di pane col pomodoro e formaggio all'improvviso senti il campanello.
- Chi sarà a quest'ora? Oggi non ho nessun altro appuntamento, pensò.
Era l'idraulico, il quale doveva riscuotere il lavoro fatto, qualche giorno prima, a un rubinetto del bagno che perdeva.
Stava finendo di sbucciare una pesca quando suonarono di nuovo alla porta. Questa volta era però una vicina di casa. Non era voluta entrare perché era di fretta, aveva detto, voleva solo ringraziarla per la raccomandata che il giorno prima Luana aveva ritirata e poi depositata nella sua cassetta della posta.
- Mi piace ricevere ogni tanto delle visite inaspettate, pensò Luana, finendo di mangiare la pesca, dopo aver salutato affettuosamente la vicina.
Era un po' stanca, forse per il caldo o perché quella mattina aveva lavorato, quindi si sdraiò sul letto con un libro ma dopo poco si addormentò e il romanzo le cadde sul pavimento.
Sognò la protagonista del libro che stava leggendo, una libraia squattrinata, che alla fine degli anni '50 aveva aperto una piccola libreria, in un paesino della costa est della Gran Bretagna. Mentre la donna si apprestava a catalogare i libri, che erano appena arrivati dentro a un grande scatolone, aveva notato che i volumi erano coperti da una polvere strana, quasi come fosse sabbia finissima. La libraia non si era scoraggiata e prendendo i libri tra le mani li spolverava con cura. Un po' di granellini erano entrati dentro i libri, quindi doveva aprirli, una pagina alla volta, e accarezzarli con un soffice spolverino di piume.
A un certo punto la donna ne prese uno piuttosto voluminoso, lo sfogliò e le apparvero alcuni ritratti in bianco e nero, erano quasi tutti primi piani o piccoli gruppi. Le persone che apparivano erano sconosciute per Luana, ma via via che si susseguivano le pagine le sembravano più famigliari. Era come se il movimento del piumino, sprigionasse la storia della loro vita: un battesimo, bambini vestiti da festa, ragazzi in fila nel cortile della scuola, una comunione, una processione, un matrimonio o una festa paesana.
Verso la fine del libro rimase colpita dal ritratto di una bambina di circa dodici anni, seduta accanto a un signore con folti baffi, entrambi vestiti eleganti. La fisionomia della ragazzina le ricordava qualcuno.
Luana si svegliò di colpo a causa del rumore proveniente dalla strada. Il sogno svanì, ma le era rimasta impressa nella mente l'immagine della bambina.
- Assomiglia alla nonna quando era piccola, disse a se stessa contenta di aver ricordato una fotografia che sua madre conservava in una scatola insieme a tante altre vecchi ritratti.
Mentre rimuginava tutto ciò Luana raccolse il libro aperto, che era andato a finire sotto il letto. Prima di chiuderlo i suoi occhi caddero su una pagina dell'ultimo capitolo che raccontava il successo che ebbe il famoso romanzo di Nabocov, Lolita, nel paesino dove si svolgeva la storia, e di come alla fine gli abitanti del luogo erano riusciti a fare chiudere la piccola libreria, perché la libraia aveva osato vendere quel libro, che raccontava la scandalosa storia tra un uomo maturo e una ragazzina, appunto Lolita.
- Che strana coincidenza, la bambina sognata, venuta fuori dal libro polveroso, diventa mia nonna da piccola e poi appare la storia della ragazzina del libro famoso, disse Luana a voce alta, come se qualcuno la stesse ascoltando.
Si fece una doccia, si vesti e usci di casa. Mentre percorreva la strada pensò alla nonna, la quale era morta quando lei ancora era piccola e le vennero in mente altri ricordi: la casetta in fondo al paese, lei e la nonna in cerca di erbe, bacche e frutti nel boschetto dietro casa, lei vicino alla nonna mentre preparano l'unguento, un odore di essenze naturali e cera d' api, la stanza calda cosparsa da candele accese e infine le mani leggere ma decise della nonna nonché le sue forti braccia che massaggiano e premono, prima i piedi, poi le gambe, via via l'addome, il torace, le spalle e infine la testa di una donna.
Luana da giovane aveva studiato fisioterapia e aveva capito ben presto che dare sollievo alle persone che avevano dolore o qualsiasi sofferenza le faceva stare bene, ma era stata la nonna a insegnarle i trucchi dei massaggi benefici, ora ne era certa, anche se nessuno in famiglia le aveva  mai detto che la nonna era una guaritrice, la quale faceva massaggi con unguenti miracolosi, che curavano i dolori muscolari o altri malanni.
Entrò in libreria e chiese alla commessa un libro. Sedette su un divanetto, lesse le prime pagine e le piacquero, quindi si avvicinò alla cassa per pagare. Mentre aspettava, guardò l'orologio e pensò che era presto e che con un po' di fortuna avrebbe potuto cominciare il nuovo libro, seduta comodamente sul divano di casa quella stessa sera.
Il marito, affermato professionista, trascorreva l'intera giornata tra pile di scartoffie nello studio che condivideva con altri due avvocati. Arrivava nel suo ufficio tutte le mattine verso le dieci, tranne nei giorni in cui doveva recarsi al tribunale,  che arrivava verso le dodici, poi all'una e mezza in punto pranzava, sempre nella stessa trattoria a pochi passi dallo studio. La sera rientrava a casa qualche minuto prima delle otto. Da quando si era sposato però cercava di non lavorare dopo cena, come era il suo solito, per poter trascorrere l'intera serata con la moglie.
Luana era felice di quella nuova vita, perché dopo il matrimonio aveva molto tempo libero. Poi suo marito era molto premuroso con lei e piano piano cominciava ad amarlo, ma fino a quel giorno non ce l'aveva fatta a dirgli che ogni tanto riceveva in casa delle persone, che chiamava scherzosamente clienti, forse perché doveva fare tutto di nascosto: farli entrare, sistemarli nel lettino, fare  loro dei massaggi e farsi pagare. Si sentiva quasi come quelle donne che vendono il proprio corpo.
Quella sera aveva tirato fuori dal congelatore un sugo di pesce, che aveva preparato con cura qualche giorno prima, aveva apparecchiato la tavola con una bella tovaglia color ambra e aveva acceso due candele. Era la serata giusta per confessare al marito che non riusciva più a vivere senza il proprio lavoro e che voleva continuare a ricevere a casa persone a cui massaggiare. Poi gli avrebbe raccontato di sua nonna e dello strano sogno che aveva fatto quel pomeriggio caldo e afoso.










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