giovedì 19 dicembre 2013

L'uomo dal basco rosso













Cara amica:
Un giorno  mi hai chiesto quali erano i miei gusti  a proposito di paesaggi, tonalità e sfumature di colori, invece adesso ti voglio parlare di buio e oscurità. E ti spiego il perché.
L'altro pomeriggio ho conosciuto un persona che mi ha molto colpita. Era in piedi, con un basco rosso in testa e un bel sorriso sulle labbra, impugnava un bastone bianco. Si trovava nell'atrio di un antico cinematografo fiorentino. Eravamo andati in quella splendida sala, insieme a dei cari amici, per assistere alla proiezione di un documentario su un'esperienza di musicoterapia, durata quasi quattro anni, che Wolfgang, cosi si chiama l'uomo dal basco rosso, ha condotto con dei bambini disabili.
Avevo sentito parlare di Wolfgang e conoscevo brandelli della sua vita. Sapevo che diventò completamente cieco all'età di 22 anni, a causa di un malattia ereditaria.
Come tutti i non vedenti, aveva sviluppato il senso del tatto, quindi studiò fisioterapia a Zurigo. Qualche anno dopo, lavorava ed aveva un appartamento tutto per sé, ma ben presto volle lasciare il suo paese per l'Italia.
Forse, tutto cominciò quando andò a trovare degli amici in un paese del Casentino. Si innamorò di quelle terre buie ma piene di vita e soprattutto colme di suoni. Decise allora di rimanere a vivere in Toscana. Trovò una piccola casa colonica non lontana dall'Arno.
Aveva un cane che lo guidava dappertutto. Trascorreva le sue giornate nel bosco, la sua grande passione era ascoltare i rumori della natura, soprattutto al tramonto e all'alba.
Alcuni abitanti di Poppi, il paese più vicino, andavano a trovarlo per farsi fare dei massaggi. Le cure di Wolfgang sembravano miracolose. Le sue mani guarivano le artriti, le artrosi, le ernie, i dolori cervicali o lombari, ma soprattutto veniva, in quella valle, sconfitto per sempre il “colpo della strega” .
La gente aspettava pazientemente il proprio turno vicino al camino, il bravo massaggiatore era così altruista che lavorava anche la domenica, facendosi pagare talmente poco che la gente gli portava dei doni, chi l'olio, chi il pane, non mancavano le marmellate, le uova, le damigiane di vino e ogni altro ben di Dio.
Le finestre della sua casa erano piccole, lui le apriva tutte le mattine per sentire i rumori dell'alba e dopo attendeva pazientemente il canto degli uccelli. In quella casa era tutto buio, giorno e notte, anche fuori era sempre oscuro, ma Wolfgang era contento, per lui era sufficiente sentire la vita intorno a se.
Partiva presto per le sue passeggiate. Lo zaino e il suo cane erano la sua sola compagnia. Da un cinguettio, da un trillo o pigolio capiva l'ora del giorno. Camminando lentamente, toccava i cespugli, saliva sugli alberi, accarezzava le piante, ma soprattutto rimaneva seduto a guardare il buio, sorridendo. Poi tirava fuori dallo zaino tutta l'attrezzatura di registrazione, le cuffie, il microfono, delle piccole casse e carpiva per i suoi pazienti, i bambini disabili, i rumori del bosco.
Alla fine della proiezione ho ringraziato l'uomo dal basco rosso per avermi fatto capire che anche le tenebre possono dare felicità.
Ti abbraccio

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